Come affrontare un rapporto conflittuale con la madre: 3 consigli per un confronto sano e genuino

Come affrontare un rapporto conflittuale con la propria madre quando il dialogo è pari a zero? Scopriamo insieme alcuni step da seguire

Ognuno di noi ha con la propria madre un rapporto indescrivibile creatosi nel tempo in un modo del tutto personale. Può essere composto da scambi di intesa e pochi discorsi o al contrario vedere la mamma come la prima vera e propria confidente, guardandola non solo come genitrice ma anche come amica fidata incapace di tradirci. Purtroppo i rapporti non sono sempre facili ed è possibile che venga a crearsi dell’attrito e del conflitto tra le due parti e le motivazioni possono davvero essere disparate ed ampie. I figli possono dare la colpa alla madre di qualche errore passato o al contrario la mamma può rendere difficile il percorso di vita del figlio per via di insoddisfazioni personali o incapacità a dimostrare affetto, per fare qualche esempio. Specialmente in un’età delicata come quella adolescenziale, il dialogo è il primo vero e proprio strumento di crescita e supporto e se questo viene meno, mamma e figlio possono sentirsi persi pur non ammettendolo. Vediamo insieme alcuni step fondamentali che possono limitare la lontananza permettendo un confronto sano e diretto

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Affrontare un rapporto conflittuale con la propria madre: cosa bisogna fare e cosa invece evitare

Non esiste e non esisterà mai un manuale unico che possa insegnare come dialogare, confrontarsi e riappropriarsi della stima e della fiducia dei figli e dei genitori. Entrano in contatto molti fattori e le storie personali di ognuno sono importanti, fondamentali affinché si possa parlare di ‘rapporti madre-figli’ complicati. E’ sicuramente essenziale innanzitutto comprendere quanta voglia ci sia da entrambe le parti di comprendere cosa si sia deteriorato e soprattutto perché. Non bisogna rinchiudersi nella campana educativa di vetro in cui ‘ogni genitore agisce per il bene del figlio‘ perché siamo prima di tutto esseri umani, proviamo gioie, dolori, antipatie e simpatie varie. Cerchiamo di analizzare i punti di vista di un figlio e di una madre e come affrontare un rapporto definito conflittuale

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Nessuno di questi consigli ha la pretesa di essere verità assoluta proprio perché ogni rapporto, ogni famiglia ha una storia personale e nessuno può porre a giudizio l’operato altrui
Foto di thedanw da Pixabay

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  • Dal punto di vista del figlio: se sei una madre che sta leggendo, devi prima di tutto comprendere che hai davanti un essere vivente diverso da te, pur avendolo messo al mondo. Non cercare di comprendere il suo punto di vista con le tue esperienze perché quelle appartengono esclusivamente a te stessa e fanno parte del tuo percorso emotivo e formativo. Spesso un figlio, sia esso adolescente o adulto, tende a chiudere i rapporti con la propria madre perché non percepisce comprensione ed empatia. A te non tocca il ruolo di imporre, prefissare o dirigere, ma quello di guidare, supportare e accettare. Non un’accettazione passiva e di quelle inermi, ma collaborative, porgendo la mano nel momento del bisogno. Un figlio sa che la mamma ci sarà sempre, ma bisogna dimostrarglielo quanto più possibile. Ponetevi nell’ottica del giudizio oggettivo e non soggettivo, non criticate, non puntate il dito contro. Aprite la vostra mente e se non ci riuscite, chiedete aiuto. Solo così imparerete a guardare veramente negli occhi vostro figlio e dirgli: “Ti voglio bene, sono qui per te”.
  • Dal punto di vista della madre: se sei un figlio che sta leggendo, devi assolutamente comprendere che una madre difficilmente vorrà il tuo male. Anche quando sembra tutt’altro, anche quando percepisci odio o sdegno nelle sue parole, è probabile che in realtà non sappia come dirti che non stia imparando a conoscerti. Ricordati che per una mamma è difficile accettare che il proprio bambino diventi un adulto, che si distacchi dalle sue aspettative e presto o tardi, dal suo grembo. Il taglio del cordone ombelicale avviene sempre due volte, uno in maniera fisica, l’altro in maniera emotiva e per loro è un’eccessiva sofferenza. Devi imparare soprattutto a riconoscere tutte quelle parti di te che lei stessa ti ha infuso, ti ha donato e che continua a donarti. Anche se avessi a che fare con la madre peggiore del mondo, hai il dovere di provare a farti capire, non solo per lei, ma soprattutto per te stesso, poiché siamo il riflesso dei nostri genitori e se vogliamo liberarci dalle loro prospettive per iniziare un percorso prettamente personale, bisogna affrontare con coraggio le emozioni da cui deriviamo, ovvero le loro. 
  • Dal punto di vista di entrambi: costruire un dialogo positivo e di fiducia specialmente se viene a mancare ormai da anni non è e non sarà facile. Ma non è di certo impossibile. Per quanto possa sembrare un paradosso, le nostre mamme sono state le ragazze che siamo noi oggi, noi stessi saremo molto probabilmente un domani i genitori cui loro adesso ricoprono il ruolo. Abbandoniamo l’idea che due generazioni diverse non possano comprendersi, poiché non è la distanza temporale ad accomunare o dividere due persone, ma l’intensa voglia di non smettere mai di volersi conoscere. Figli e madri continuano a farlo inconsciamente senza neppure rendersene conto. Imparano a vedersi sotto occhi nuovi, un figlio vedrà la vecchiaia di una madre, una madre vedrà la maturità presentarsi sul volto del figlio. Siate capaci di entrare nelle vite dell’altro con pazienza e soprattutto fiducia. Perché non è un carattere difficile a limitare l’incontro, ma la capacità di chiedersi e chiedere scusa. Scusami perché non ti ho capito, scusami perché quando volevo farmi capire non ero disposto ad accettarti.
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