La confessione di Elena Di Cioccio ha portato nuovamente attenzione su un argomento controverso su cui spesso si fa confusione. C’è differenza tra sieropositivà, HIV e Aids ed è importante capire perché.
Durante un monologo a Le Iene, di cui faceva parte, la conduttrice ha tenuto monologo per dichiarare apertamente di avere l’HIV e di essere sieropositiva da 21 anni. Una diagnosi che le ha cambiato la vita, che l’ha spinta anche ad evitare di diffondere la notizia per la paura del pregiudizio. Ancora oggi esiste infatti un certo timore verso l’argomento, molti dubbi, tanta confusione. Ci sono profonde differenze tra le casistiche e oggi la malattia viene tenuta sotto controllo e grazie agli studi e gli avanzamenti della medicina è possibile condurre una vita normale.
Il virus è comparso sul finire degli anni Cinquanta come mutazione di un virus derivante dalle scimmie. Inizialmente era poco diffuso, poi negli anni Settanta c’è stato un boom esploso però solo dieci anni dopo quando sono stati visibili i sintomi. Per la prima volta nel 1983 è stato isolato e individuato poi in oltre 200 Paesi. Nel mondo sono circa 35 milioni le persone colpite e ogni giorno 5000 nuove infezioni vengono diagnosticate.
HIV e AIDS: cosa cambia
L’Aids è un abbreviazione di Acquired Immune Deficiency Sindrome o “Sindrome da immunodeficienza acquisita”. Questa è la malattia che deriva dal Virus HIV ovvero dell’immunodeficienza umana che determina un progressivo abbassamento delle difese immunitarie e quindi la difficoltà per l’organismo di contrastare virus, funghi, batterie e malattie.
L’HIV appartiene ai retrovirus che sono parte dei lentivirus (chiamati così proprio perché lenti, il tempo tra il contagio e la manifestazione dei sintomi può essere molto lungo). Dal punto di vista medico quello che avviene quando si contrae l’HIV è la distruzione dei linfociti CD4, globuli bianchi impegnati nella risposta immunitaria. Il corpo non è in grado di combattere da solo contro questo virus come avviene per gli altri e da qui l’impossibilità di eliminarlo a vita.
Quando una persona si definisce sieropositiva sta dicendo che ha l’HIV non l’AIDS. Si è sieropositivi quando non ci sono infezioni secondarie. Il soggetto quindi potrebbe vivere per anni senza avere alcuna manifestazione. In caso di rischio è utile però sottoporsi agli anticorpi anti HIV per sapere se si è positivi o meno.
Quando sorgono le infezioni secondarie, si sviluppa la malattia. A questo punto si parla di AIDS, questo è lo stadio finale espressione dell’HIV. Le difese immunitarie sono così basse che l’organismo non riesce a combattere anche i microorganismi più innocui.
Contagio e cure
Il virus dell’HIV si trasmette con i liquidi biologici di una persona infetta: sangue, sperma, secrezioni vaginali, latte materno. Quindi si parla di trasmissione sessuale, trasmissione attraverso il sangue oppure verticale ovvero perinatale. La trasmissione avviene soprattutto per via sessuale ma i rapporti sono pericolosi sia di tipo eterosessuale che omosessuale poiché sia i liquidi femminili che maschili possono trasmettere la malattia
Per il contagio mediante ferite deve esserci un contatto diretto con sangue che può avvenire tramite ferite, liquidi biologici, strumenti non sterili. Proprio per questo è associato all’utilizzo di droghe per via endovenosa, laddove si utilizzino siringhe in comune.
Una persona contagiata per molto tempo, anche anni, non ha sintomi. Questi possono comparire con febbre, stanchezza, linfonodi ingrossati ed essere come una comune influenza. Durante il periodo in cui è presente l’HIV anche se non manifesto la persona è contagiosa, se non trattata con terapie adeguate. I centri specializzati permettono di effettuare tutti gli esami di controllo e alcuni consentono di mantenere anche l’anonimato. Nelle strutture pubbliche il test è gratuito per tutti, anche gli stranieri senza permesso di soggiorno.
Oggi la medicina ha fatto preziosi passi in avanti nella cura, grazie ai farmaci antiretrovirali che combattono il virus HIV la portata si riduce quasi del tutto, con variazioni da caso a caso e permette a molte persone di non arrivare mai a sviluppare la malattia. Resta fondamentale la prevenzione avendo sempre rapporti protetti e non utilizzando siringhe impiegate da altre persone.
Per chiarezza, il virus non sopravvive fuori dal corpo umano quindi non ci si può contagiare nei luoghi pubblici, toccando le stesse cose (bicchieri, lenzuola o qualunque altro oggetto), abbracciandosi o stringendo la mano, non si trasmette attraverso lacrime, bisogni, saliva. La pelle integra non può essere infettata, solo le mucose e le ferite possono determinare il contagio. Per qualunque dubbio, per effettuare il test o per qualunque chiarimento è fondamentale rivolgersi ad un medico, presso un ospedale o strutture di sostegno idonee che sono presenti su tutto il territorio nazionale.