Dobbiamo farci i conti tutti i giorni: il corpo è costantemente oggetto di discussione e preoccupazione. Possiamo davvero liberarci e viverci serenamente?
Quante volte pensiamo al nostro corpo? Quante diete abbiamo provato? Quante sessioni di allenamento facciamo anche controvoglia?
I nostri corpi sono costantemente oggetto di attenzione e conversazione, sono poche le volte in cui li apprezziamo per quello che dovrebbero essere: ovvero dei mezzi che ci permettono di fare tantissime cose e di vivere in questo mondo.
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E’ possibile amare il proprio corpo solo perché è il nostro corpo? E’ possibile osservare allontanando giudizi e paragoni?
La body positivity è un movimento politico e sociale che ha come obiettivo quello di riscrivere i canoni estetici in una società dove solo un certo tipo di immagine è accettata. Questo movimento che ha acquisito visibilità negli ultimi anni, soprattutto grazie ai social network ha un retaggio ben più lontano. Basa le sue rivendicazioni sulle manifestazioni degli anni ’60 sulla fat-acceptance.
Sicuramente negli ultimi anni i social network hanno avuto la funzione da cassa di risonanza portando all’attenzione la questione dei corpi in un’ottica di rappresentazione.
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Focus sul corpo: come farci pace
Di fatto la body positivity riconosce nella società odierna un grosso problema: ossia la validazione solo di un certo tipo di corpo: solitamente magro, abile e bianco. Questo modello lo introiettiamo fin da bambine e la portiamo con noi nel corso degli anni.
La finalità è quella di assume un atteggiamento positivo nei confronti dei corpi, accettandoli e prendendocene cura, senza combatterli costantemente con diete da fame, allenamenti pesantissimi e approcci non salutari che possono sfociare anche in disturbi alimentari.
Nel pratico per assumere un’atteggiamento diverso nei riguardi del nostro corpo dovremmo porre attenzione a dei fattori:
- Il paragone con gli altri: tornando ai social network è facilissimo trovarsi, senza neanche accorgercene a fare confronti di continuo. Ricordiamo sempre che oltre ai filtri i social sono un veicolo dove gli utenti mostrano quello che voglio e come lo desiderano.
Nel momento del confronto, dichiara la dottoressa Giulia Giorgi, psicologa e psicoterapeuta, stiamo dando per scontato che quello che vediamo sia un modello vincente. Questo pensiero può essere problematico, perchè presuppone che ci sia una sorta di gara.
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- La percezione dei difetti: l’errore è di osservarci minuziosamente senza guardarci nella nostra completezza e unicità. Tutto quello che ci riguarda, incluso il nostro corpo, ha continuato la dottoressa, dice molto di chi siamo e racconta la nostra storia.
Il nodo cruciale è il tipo di racconto che facciamo del nostro corpo, se lo critichiamo e giudichiamo in continuazione mancheremo di quell’atteggiamento di cura che invece dovremmo coltivare.
