Essere una buona mamma non vuol dire esaurirsi per i propri figli: ecco cos’è il born-out genitoriale

Diventare genitori è un’esperienza totalizzante ma arriva un momento in cui i livelli di stesse e la pressione rischiano di farti perdere. Parliamo del born-out genitoriale.

Essere una “buona mamma” non è semplice per tantissimi fattori: partiamo dall’espressione sopra citata, ha al suo interno una pressione sociale non indifferente. Dopo la nascita del tuo bambino oltre al cambiamento totalizzante che subirai, inevitabilmente, c’è tutto un contorno fatto di aspettative e giudizi da considerare.

genitori
Essere mamma non è facile: è importante capire quando stiamo esagerando (Foto di PublicDomainPictures da Pixabay)

Consapevolmente o meno, lo facciamo tutte, sentiamo il peso di un ruolo tra i più delicati: la maternità. Essere madre è stata vista per secoli come una condizione angelica, legata per lo più ad attività di cura. Senza considerare minimamente le criticità e la complessità del ruolo che non può essere tutto torte della domenica e coccole nel lettone. Considerando poi, che solo negli ultimi anni il ruolo di padre è stato integrato nella cura attiva del bambino.

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Cosa aspettarci quando non si aspetta più: il born-out genitoriale

Ancora oggi in pochi parlano del born-out genitoriale, questa condizione nasce da un accumulo di stress che con il tempo diventa sempre più faticoso da gestire e sorreggere.
Partiamo dalla parola, Born-out vuol dire letteralmente: bruciato, scoppiato. E’ un fenomeno che riassume al suo interno la condizione di sta attraversando un periodo psicologicamente pesante e sta rischiando un esaurimento nervoso.

esaurimento nervoso
Il born-out genitoriale non è un fenomeno atipico, moltissimi non ne parlano (Foto di Robin Higgins da Pixabay)

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L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce questa condizione come uno stress cronico solitamente associato all’ambiente lavorativo, ma tale fenomeno si è esteso anche ad altri ambiti, fino ad arrivare a quello genitoriale.
Non è uno stato da sottovalutare, tanto per le condizioni psicologiche del genitore tanto per il benessere del bambino. Basti pensare che uno stato prolungato di stress può causare condizioni gravi in cui il genitore potrebbe allontanarsi dal bambino, scadendo in stati di incuria. Sicuramente la condizione pandemica che abbiamo e stiamo vivendo ha accentuato questa condizione che può generare sintomi come un’estrema stanchezza, rabbia e nervosismo.

E’ importante riconoscere i segnali e intervenire cambiando immediatamente la nostra  routine quotidiana, imparando quando è possibile a delegare, per alleggerire il carico dei compiti, partendo anche da una sana riorganizzazione delle attività. Qualora servisse è sempre consigliato il consulto di un professionista.

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L’ideale sarebbe prevenire questo fenomeno, già prima dell’arrivo del bambino. Per esempio tramite gli incontri preparatori del parto, occasioni preziose per affrontate questioni legate alla complessità del diventare genitori. E’ un modo anche per riconoscere certi meccanismi e proteggere i bambini e la nostra salute mentale. Un genitore che ha una buona preparazione in tal senso avrà modo di gestire uno stato del genere già dai primi sintomi. Questo è il consiglio dell’esperta Iride Dello Iacono Pediatra Allergologo, Responsabile dell’Unità Operativa Pediatrica dell’Ospedale Fatebenefratelli di Benevento.

 

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