Ragadi al seno: ‘vecchi’ e nuovi rimedi per vivere l’allattamento in pieno piacere

Ragadi al seno: un fastidioso dolore che ti farà desiderare di rinunciare all’allattamento

Un momento unico, fatto di intimità e tenerezza, quello in cui il bambino si attacca al tuo seno per la prima volta. Ti aspettavi che fosse un riflesso naturale e innato, e che per spirito di sopravvivenza il neonato avesse saputo esattamente cosa fare. Hai studiato attentamente tutte le tecniche di allattamento, le posizioni più comode e comprato il miglio cuscino in commercio. Avevi idealizzato l’immagine di te seduta su una sedia a dondolo, con in grembo il tuo bebè che succhia tranquillo il tuo latte. Ma se a pochi giorni dall’inizio dell’allattamento compaiono delle ragadi ai capezzoli, qualcosa è andato storto.

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Quando un’errata tecnica di allattamento provoca un dolore insopportabile

Allattare al seno non deve mai provocare dolore. Deve essere un rito piacevole e rilassante. Nei primi giorni non sarà un’impresa facile. Anche se avete preparato i capezzoli durante la gravidanza con degli olii specifici, è necessario dare il tempo al seno di abituarsi. Se dopo qualche giorno i capezzoli si presentano spaccati, arrosati e sanguinanti, vuol dire che non sarete scampate alle ragadi! Nella maggior parte dei casi, queste irritazioni sono causate da una tecnica scorretta di allattamento. Purtroppo inizierà un calvario lungo e tormentoso, nel quale ogni volta che si avvicinerà l’ora della poppata comincerete a piangere solo all’idea. Oltre al fatto che le ragadi possono causare problemi gravi come un’infezione o la mastite, l’allattamento può diventare talmente stressante e angoscioso che molte mamme scelgono di rinunciarvi. Prima di abbandonare l’idea dell’allattamento al seno, provate alcuni di questi consigli che potrebbero risultare utili anche nel vostro caso.

Ragadi al seno: alcuni consigli utili per risolvere questo fastidio e continuare ad allattare serenamente

Sono tanti i rimedi per poter risolvere il problema delle ragadi. Prima di tutto, provate a cambiare posizione e tecnica di allattamento. Se occorre, contattate un’ostetrica o un centro consultorio.

  • Modificando l’angolazione con cui il bambino si attacca al seno da poppata a poppata, non solleciterete sempre la stessa zona del capezzolo
  • ‘Preparate il seno’ prima di ogni poppata, massaggiandolo e applicando del latte materno prima e dopo: servirà ad ammorbidire il capezzolo e a renderlo meno sensibile
  • Se è possibile, evitate le coppette assorbilatte. Il seno deve essere sempre pulito e asciutto, e spesso l’utilizzo delle coppette mantiene l’area umida favorendo lo sviluppo di infezioni
  • Tenete il seno all’aria il più possibile. Non lavatevi continuamente e limitate l’uso del sapone per non seccare ulteriormente la pelle

Esistono in commercio tanti tipi di prodotti lenitivi da applicare localmente, non sempre curativi. Molti risultano comunque efficaci per provare sollievo ed esercitano un’azione protettiva e idratante, se applicati regolarmente. Alcuni di questi vanno rimossi prima di ogni poppata perché tossici per il bambino.

Si può sempre far ricorso ai ‘vecchi’ rimedi delle nonne, che non sbagliano mai.

  • Fate degli impacchi con il ghiaccio a distanza dalla poppata. Proverete un sollievo immediato
  • Applicate localmente dell’olio di oliva, lasciatelo agire per qualche minuto e poi ripulite l’area: ammorbidirà il capezzolo, lasciandolo idratato ed elastico
  • Non rinunciate all’allattamento al seno. Non è un rimedio, ma un consiglio onesto. Con tanta pazienza e un po’ di sacrificio iniziale, potrete continuare a nutrire il bambino con il latte materno. Dopo qualche giorno le ragadi andranno via e quei momenti riservati alle poppate (che ora vi sembrano un tormento), diventeranno un rituale magico per entrambi! 

 

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