Lo confermano i dati Istat e del Ministero della Salute, che si riferiscono all’anno 2021. I ricoveri di donne maltrattate sono aumentati. Oltre 12.000 gli accessi ai Pronto Soccorso di tutta Italia.
In ordine di tempo, l’ultima vittima è una giovane ragazza di 16 anni: ha affrontato la furia del padre che, convinto di essere stato tradito dalla moglie, ha prima ucciso il presunto amante e poi si è scagliato sulla consorte. Così la giovane, nel tentativo di difendere la madre, è stata accoltellata ed è deceduta lungo il trasporto in ospedale. È accaduto lo scorso Sabato a Torremaggiore, in provincia di Foggia.
Ma non c’è giorno in cui non capitino fatti simili. E purtroppo, a quanto è emerso dall’ultimo report realizzato dall’Istat, l’Istituto Nazionale di Statistica, in collaborazione con il Ministero della Salute. Sempre più donne si rivolgono ai servizi ospedalieri a causa di violenze subite, con prevalenza di giovani donne e donne adulte nella fascia di età compresa tra i 18 ed i 49 anni.
Aumenta anche la gravità delle lesioni riportate: sono diminuiti infatti gli accessi ai Pronto Soccorso da codice verde, considerati di urgenza minore, e sono più che raddoppiati quelli a codice giallo, ovvero considerati di urgenza e urgenza differibile, dal 12,8% al 27,7%. Dati particolarmente significativi, riferiti all’anno 2021, quindi quando il Covid era ancora una minaccia pandemica di rilievo e persistevano sul nostro territorio numerose limitazioni.
I dati sui femminicidi forniti dal report dell’Istat e del Ministero della Salute
Secondo l’ultimo report realizzato dall’Istat in collaborazione con il Ministero della Salute, nel 2021 le donne che si sono recate ai Pronto Soccorso di tutta Italia denunciando di aver subito violenza sono state 11.771, per un totale di accessi pari a 12.780. La popolazione femminile più colpita è stata quella delle giovani donne tra i 18 ed i 34 anni, per una media di 8,8 ogni 10.000.
Il dato più alto, tuttavia, riguarda le donne di origini straniere e residenti in Italia, per una media di 11,8 ogni 10.000. Le diagnosi più frequenti riguardano ferite, fratture, ustioni, contusioni ed avvelenamenti.
Inoltre, sia per gli accessi ai Pronto Soccorso sia per i ricoveri ospedalieri, le diagnosi riguardano anche i disturbi mentali, spesso in riferimento ad abuso di droghe in circostanze di assenza di dipendenza, ad abuso di cannabinoidi, a disturbi di tipo associativo e legati all’ansia ed a reazioni avverse all’adattamento. Purtroppo, quindi, il femminicidio è risultato in crescita ed occorrono misure ed attività di prevenzione e sensibilizzazione per invertire il trend con determinazione e vigore.
