Da oggi è possibile scoprire con certezza se il latte risulti contaminato, grazie all’impiego di un kit molto particolare.
Un alimento indispensabile nelle nostre cucine, per la maggior parte delle famiglie, il latte a colazione è un’abitudine irrinunciabile anche se non tutti lo gradiscono, soprattutto per coloro affetti da intolleranza. Caldo o freddo, si può consumare in qualsiasi modo senza contare l’impiego di questi come ingrediente per diverse ricette, dalla crema pasticciera ai panini da spuntino o pic-nic.
Per quanto sia considerato essenziale nella propria dispensa, in particolare da parte dei suoi più grandi estimatori, il latte può presentare sovente delle problematiche tali da mettere a rischio la salute dell’uomo, come ad esempio quello scaduto. Infatti, si parla di un limite entro il quale poter ancora consumarlo ma a lungo andare, quando la scadenza giustappunto si protrae nel tempo, potrebbero sorgere fastidi addominali o intestinali, molto spiacevoli fino a delle vere e proprie intossicazioni.
Nonostante tali situazioni, il latte, inoltre, potrebbe risultare addirittura contaminato ma oggi, grazie alle nuove tecnologie avanzate, è stato elaborato un kit molto speciale che permette di capire se esso sia stato infetto da sostanze dannose per la salute. Ma come funziona? D’altronde, è la prima volta che se ne sente parlare per cui è importante capirne il suo meccanismo.
Mai più latte contaminato grazie all’utilizzo di un kit molto particolare
Il latte è tanto buono, fonte di calcio, quanto a volte pericoloso. A questo riguardo può subire delle forti contaminazioni di difficile individuazione, rischiando così la propria salute. Ma oggi, si è messo a punto un kit che permette di rilevarle, potendo così prevenire. A questo proposito, come funziona? Di seguito, si menzioni il suo meccanismo che può così salvarci la vita.
Infatti, ENEA, l’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie e il team di ricercatori dell’Università di Torino, al fine di individuare la sostanza cancerogena aflatossina M1 nel latte crudo nonché componenti tossici, in generale, hanno ideato questo strumento, presto reso disponibile per le aziende lattiero-casearie, attivandosi così grazie “all’impiego di anticorpi monoclonali, prodotti da una pianta simile al tabacco, per intercettare le tossine anche a concentrazioni molto basse“, così si legge in una nota resa pubblica dal medesimo organismo ENEA.
Come sottolineato dall’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, l’aflatossina è una micotossina giustappunto derivata da due varietà di Aspergillus, un fungo rinvenibile in zone calde e umide. In questo caso, tale sostanza, specificamente individuata M1, è un metabolita dell’aflatossina B1, presente in molti prodotti alimentari e considerata altamente tossica. Trattasi di un livello elevato di cancerogenicità a cui si è già stabilita la sua certezza per quanto la ricerca scientifica sia in continuo progresso.
Uno strumento fondamentale di prevenzione per proteggere la nostra salute da intrusi che sviluppano patologie gravi, di cui non vorremmo mai accettarne l’esistenza.