Consideralo solo un collega e niente più: questi segnali ti dicono se è falso oppure no

Ti piace ma ti sfugge, tranne in ufficio quando gli serve quel ‘favore enorme’: consideralo un collega e niente più, è sicuramente un falso!

I rapporti sul lavoro si fanno spesso tesi e non sempre volgono ad un epilogo felice e tranquillo. Quando sul posto di lavoro intratteniamo delle amicizie, siamo sicuri di poterci realmente fidare di quella persona?

collega falso
Riconoscere un collega falso (Credits: Adobe)

Nel momento in cui entriamo per la prima volta in un ufficio, o comunque iniziamo il nostro primo giorno di lavoro, una ‘faccia amica’ ci fa sempre piacere. Questo perché ci toglie da quell’imbarazzo iniziale e ci consente di metterci a nostro agio. Il rapporto d’amicizia sul posto di lavoro che a quanto pare procede a gonfie vele, non va di pari passo con il livello d’amicizia che si è instaurato fuori dalle quattro mura dell’ufficio? Beh in quel caso, bisogna un attimo ridimensionare le cose e cercare di capire quella persona a che gioco sta giocando. Ti piace come persona, reputi che possa essere una buona amica o che magari con la stessa possa nascere qualcosa in più. Ma si tratta di un sentimento reciproco o per l’altro è pura convenienza? Smascherare un collega falso è possibile attraverso questi segnali.

Un collega di lavoro falso lo riconosci così

Meglio procedere con cautela ed abbassare ogni aspettativa. Se il nostro collega di lavoro che tanto ci piace, si comporta in questo modo mettendo in mostra questi evidenti segnali, beh non c’è dubbio: è falso. Ma di quali segnali stiamo parlando? Ecco quelli pronti ad ‘incastrare un collega bugiardo’:

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Ritienilo solo un collega: è falso (Credits: Adobe)

Un rapporto d’amicizia che non decolla a meno che non sia fra le mura dell’ufficio in cui si lavora? Beh, a quel punto è meglio rifletterci un momento. Possiamo davvero fidarci di chi si finge amico solo per il proprio tornaconto? Direi proprio di no. Ecco come si comporta un collega di lavoro falso:

  • Tutte le volte che gli si chiede di organizzare un incontro che non sia di puro lavoro, ha infinite scuse alle quali aggrapparsi.
  • Quando gli si fanno domande un po’ più personali, non intende aprirsi ma pretende invece che lo facciamo noi fino a diventare invadente.
  • Quando sta raccontando qualcosa che non ha attinenza con il vero, e quindi mente, tende a toccarsi spesso il naso ed i capelli. La comunicazione verbale non coincide poi con quella del corpo che comincia invece ad ‘agitarsi’ nel momento in cui una bugia sta prendendo il sopravvento.
  • Quando stanno per rispondere alla nostra domanda, se questa è pura verità verrà fuori in pochi secondi, se invece impiega più tempo per rispondere in quel caso sta pensando a quale scusa inventare.
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