Conosci+%26%238216%3Bil+brodo+di+pisci+fujutu%26%238217%3B%3F+Una+specialit%C3%A0+siciliana+che+ti+lascer%C3%A0+senza+parole
mammastyleit
/2022/04/14/ricetta-brodo-pisci-fujutu/amp/
Ricette e Food

Conosci ‘il brodo di pisci fujutu’? Una specialità siciliana che ti lascerà senza parole

Pubblicato da
Cesare Orecchio

Hai mai sentito parlare del brodo di pisci fujutu? Una bontà tipica del Sud, tra Napoli e Sicilia, scopri questa ricetta tradizionale incredibile!

L’Italia è bella tutta, questo non si discute: invidiata da molti altri paesi e Stati per l’incredibile arte che possiede, senso del gusto, della moda, del savoir-faire e del portamento. In qualsiasi parte del mondo si vada, gli italiani verranno visti come un popolo eccezionale non solo per la lingua, ma anche per le sue fantastiche tradizioni, ricche di storia, reminiscenze passate di altri popoli e persino divertenti.

Prepara il brodo di pesce fujuto per una cena gustosa e prelibata!
Credits_adobestock

Durante il Regno delle due Sicilie, le odierne Napoli e Sicilia erano strettamente legate proprio per queste tradizioni, soprattutto l’Isola che vedeva la dominazione araba. Ad oggi il cuscus trapanese è quasi un ‘bene culturale’, difatti da anni immemori si festeggia il Cuscus fest, derivante proprio dagli insegnamenti della cultura culinaria araba. La dominazione spagnola ha invece insegnato l’uso del pesce e le cotture della carne, arrivando sino ai giorni nostri con le più disparate varianti della bisque e dei brodi ricchi e saporiti.

Proprio di questo oggi vogliamo parlarvi: avete mai sentito parlare del brodo di pisci fujutu? Il termine potrebbe avvicinarsi ad un altro piatto della tradizione napoletana, ovvero la pasta con le vongole fujute, difatti, riprendendo quanto detto prima, questa specialità vede come madre patria proprio Napoli, per poi abbracciare in pieno tutta l’Isola. Perché non scopriamo insieme di cosa si tratta e come prepararlo?

Hai mai sentito parlare del brodo di pisci fujutu? Una specialità del Sud divertente e particolare

Immaginatevi di essere tornati indietro nel tempo: siamo alle porte dei pescherecci siciliani, gli uomini montavano sulle proprie barche al mattino presto e tornavano verso l’ora di pranzo. Mogli, madri o sorelle erano solite osservare spesso l’orizzonte dalle finestre delle cucine per capire a che ora poter iniziare a preparare da mangiare. Veniva quindi messa sul fuoco una grande pentola, riempita con acqua e profumata con sedano, carote, cipolle e altre spezie, con la speranza di immergere il prima possibile un buon pescato fresco.

Se avanzano dei gusci di cozza, non gettateli: uniteli alla preparazione del brodo, otterrete un fumetto di pesce gustoso, ma…senza pesce!
Credits_adobestock

Le donne quindi riuscivano a capire già dal ritorno l’esito del pasto: se la barca era circondata da stormi di gabbiani, la pesca era stata fruttuosa, se invece aleggiavano in lontananza senza avvicinarsi, non era stato pescato quasi niente. Tuttavia non si lasciavano intristire. Raccoglievano dalle rive del mare qualche sasso, lo portavano in casa e lo immergevano all’interno del brodo. Proprio i sassi, ricchi di sapori marini, permettevano di rilasciare nel brodo un ricordo di pesce e nessuno se ne lamentava! Da qui quindi deriva il nome del brodo, che dal dialetto significa proprio brodo di pesce scappato. Negli anni questa ricetta è stata un po’ modificata, nell’entroterra siciliano difatti, al brodo veniva aggiunto un uovo sbattuto che, rimestato velocemente, si scioglieva garantendo un sapore quasi simile al pesce. Perché quindi non lo prepariamo insieme?

Per questa ricetta non occorreranno dosi specifiche: iniziamo sbucciando uno spicchio d’aglio, schiacciamolo e tritiamolo grossolanamente. Tritiamo finemente una cipolla bianca o rossa, uniamola all’aglio e soffriggiamo il tutto in una padella alta e ampia con un abbondante filo d’olio. In una ciotola a parte versiamo un barattolo di pomodori pelati, schiacciamoli per bene ed uniamoli al soffritto. Quando diventerà più scuro e denso, uniamo due bicchieri di acqua, lasciamola evaporare per poi versarne altri 500 ml. Aggiungiamo quindi sedano a tocchetti, prezzemolo con foglie e gambi e abbondante basilico. Con un frullatore riduciamo in crema altri 2 spicchi di aglio, insieme ad altre foglie di prezzemolo. Uniamo il pesto al brodo, mescoliamo e facciamo cuocere per circa 20/30 minuti. Possiamo quindi utilizzare il brodo di pisci fujutu per condire la pasta, prepararla in umido oppure utilizzarlo per i risotti o qualche secondo in padella. Questo è il piatto della tradizione più buono che esista al mondo!